31 gennaio 2013
LA FRANCIA E LA CRISI DELL'EURO
LA FRANCIA E LA CRISI DELL'EURO
Per quanto riguarda la Francia, è sicuramente uno stato più
solido, sia dal punto di vista storico (è meno recente dell’Italia) che dal
punto di vista politico.
Lo Stato della République Française è più “Stato” nel vero
senso del termine, rispetto a quello italiano. Il governo francese ha da sempre
insistito sull’aspetto sociale e pubblico dello Stato a dispetto del privato e
questo ha contribuito ad una maggiore coesione.
La Francia inoltre, vanta da sempre di una forte vitalità
demografica, di un risparmio abbondante e un’industria solida (il made in
france è di fondamentale importanza). Da non dimenticare, inoltre, il commercio
intenso con i suoi possedimenti coloniali.
Infatti, a partire dalla fine del Secondo conflitto
mondiale, l’economia francese ha subito un forte ritmo di crescita, con un
arresto nel 1973. In quegli anni ci fu una rottura nell’economia dello stato
francese (in particolare di tutta l’Europa occidentale), la quale ha causato
forti ineguaglianze: aumento della disoccupazione e aumento del debito pubblico
che, come vedremo, si riveleranno fattori importanti per la crisi che il Paese
sta attraversando oggi.
Possiamo dire che l’economia francese ha subito un calo a
partire dal 2008, in seguito alla crisi del mercato immobiliare americano del
2007, ma ha avuto un impatto meno forte rispetto all’Italia. Questo per i
motivi sovra citati: industria manifatturiera fortissima, commercio con le
ex-colonie, turismo molto importante, una forte efficienza del sistema politico
e delle amministrazioni pubbliche.
Secondo dati relativi al 2011 la Francia ha un debito pubblico
pari a 70 miliardi di €, un rapporto déficit/PIL del 5.2 % e un tasso di
disoccupazione pari al 10% della popolazione.
L’economia francese, soprattutto negli ultimi anni, sta
dando segni di cedimento e questo si nota soprattutto da molte imprese
piccole-medie che dichiarano fallimento (nel 2011: 61.300 e nel 2012: 62.000)
e non solo (si veda ad esempio il
caso Peugeut-citroen).
26 febbraio 2013
26 febbraio 2013
TOBIN TAX FRANCESE, AUMENTO
DELL’IVA E RILANCIO DEL SETTORE EDILIZIO. LE PRIME MISURE ANTI-CRISI ADOTTATE
DALL’EX PRESIDENTE FRANCESE NICOLAS SARKOZY NEL 2012
Tra le riforme adottate dal
governo francese, è bene citare le proposte che Nicolas Sarkozy fece durante il
suo mandato (2007-2012).
Le misure anti-crisi annunciate
da Nicolas Sarkozy sono : un aumento dell’IVA, una Tobin Tax francese
e il rilancio dell’edilizia.
Tassa dello 0,1% sulle
transazioni finanziarie in Francia, alleggerimento degli oneri sociali per le
imprese, aumento dell'Iva per finanziare lo stato sociale, 30% in più di
edificabilità di terreni, case e immobili. Ecco solo alcune delle misure che l’ex
presidente francese Nicolas Sarkozy annunciò durante un'’intervista rilasciata
ad una nota emittente televisiva francese.
Qui di seguito le riforme
volute dall’ex Presidente francese.
INTRODUZIONE DI UNA TOBIN TAX FRANCESE- L’Hexagone inoltre darà l’esempio
ai « colleghi » europei, imponendo una tassa sulle transazioni
finanziarie, una specie di « Taxe Tobin » francese, la quale sarà in
grado di apprtare più di 1,1 miliardi di euro nelle tasche del governo. Impose
inoltre un prelievo sulle transazioni finanziarie dello 0,1% e una tassazione
sulle transazioni stesse.
AUMENTO DELL'IVA PER IL FINANZIAMENTO DELLO STATO SOCIALE- Nicolas Sarkozy impose un
aumento dell’Iva dello 0,6%. Aumentò inoltre la pressione fiscale sulle rendite
finanziarie e ha allegerito gli oneri fiscali per le imprese.
AUMENTO DEL 30% SULL'EDIFICABILITÀ
DI IMMOBILI E TERRENI- L’ex presidente francese ha
deciso di aumentare del 30 % l’edificabilità di case, immobili e terreni, prima
di tutto per aumentare il numero degli alloggi, ma anche per fare pressione sui
prezzi all'acquisto e alla vendita.
SOLIDARIETÀ
CON LE MISURE PRESE DALL'EX PRESIDENTE ITALIANO MARIO MONTI-
Secondo Nicolas Sarkozy, le
misure adottate da Mario Monti per una maggior austerità sono « forti e
giuste ». Ha agito quindi in un’ottica ottimista, pensando che attraverso
queste riforme la Francia avrebbe potuto uscire dalla crisi più facilmente.
21 febbraio 2013
21 febbraio 2013
IL
POST-SARKOZY: HOLLANDE “PRESIDENTE
DI TUTTI”, MA QUALI CAMBIAMENTI PER LA CRISI DELL’EURO?
51,9%
dei voti contro il 48,1% dell’ex leader dell’UMP Nicolas Sarkozy. Questo è
quanto è emerso dalle ultime elezioni francesi del 2012 che hanno decretato il
nuovo inquilino dell’Eliseo, il socialista François Hollande. Ma cosa è
realmente cambiato sullo scenario europeo in seguito a questa vittoria? Quali
sono state le misure principali adottate da M. Hollande, “le Président de tout
le monde”?
GIOVANI,
EGUALIANZA, DISOCCUPAZIONE- François
Hollande si è fin da subito definito il “presidenti di tutti”. Nel suo
programma, i giovani, la disoccupazione e l’egualianza sono solo alcuni dei
punti principali del suo programma elettorale.
CONTROTENDENZA
DELLA DISOCCUPAZIONE, PIL AL 3%-
Fra le promesse enunciate dal ventiquattresimo Presidente francese, una contro
tendenza dei dati sulla disoccupazione a fine 2013 e riportare il rapporto
deficit/Pil al 3%.
TASSAZIONI
DEL 75% AI RICCHI- Inoltre,
promise una serie di tassazioni (del 75%) sulle popolazioni aventi redditi
superiori al milione di euro.
PIANO
AUSTERITY- Il piano di bilancio
presentato da Hollande, prevede circa 20 miliardi di euro in nuove tasse e 10
miliardi di tagli alla spesa pubblica, una politica severa di austerity quindi.
PERDITA
DI FIDUCIA? - Tuttavia, a quasi un
anno dalla sua elezione, sembra che le misure adottate dal neo Presidente
transalpino non abbiano apportato i risultati sperati nella realtà francese, già
segnata da un tasso di disoccupazione superiore al 10% e da una serie di
annunci di imminenti tagli di posti di lavoro da parte dei maggiori colossi
francesi come Air France e PSA Peugeot Citroën.
10 marzo 2013
DISOCCUPAZIONE.
FRANCIA : LIVELLI MAI TOCCATI DAL 1997
DISOCCUPAZIONE AL 10,7%- L’economia francese
sta attraversando dei momenti difficili. La disoccupazione ha raggiunto livelli
molto alti, con 3,169 milioni di disoccupati, vale a dire che il 10,7% circa
della popolazione francese attiva è senza lavoro. La cifra, pur essendo
inferiore alla media europea, dovrebbe aumentare nel 2014, malgrado le misure
attuate dall’attuale Presidente francese, François Hollande.
La percezione della crisi tra
la popolazione d’oltralpe comincia a farsi sempre più intensa : quasi ogni
giorno si sente la notizia della chiusura di un’azienda o del licenziamento dei
suoi dipendenti.
Molte sono state le aziende
francesi che negli ultimi anni sono state costrette a chiudere la loro attività
o ad attuare un severo piano di licenziamento. Si vedano, ad esempio i casi
della Psa Peugeut-Citroen avente sede ad Aulnay (2.800 lavoratori), ma anche
Motorola a Tolosa (170 lavoratori) e la Goodyear ad Amiens (1.173).
DANONE E LA CRISI- Questa settimana
anche il noto colosso francese Danone ha dovuto attuare un piano di
ristrutturazione, licenziando 236 persone in Francia.
HOLLANDE E LE PROMESSE NON
PORTATE A TERMINE- L’attuale presidente francese, François Hollande è stato
costretto a fare un passo indietro rispetto alle misure anti-crisi da lui
proposte. Infatti, tra gli obiettivi all’interno del suo programma per uscire
dalla crisi dell’Euro, Hollande aveva previsto un inversione di tendenza per
quel che riguarda l’impiego entro fine anno, ma ha previsto che arrivare a
questo non sarà possibile.
Inoltre, il governo francese
ha ammesso di non essere in grado di riportare il deficit entro il 3 per cento
del pil entro i tempi da lui stabiliti.
13 marzo 2013
HOLLANDE-
RAPPORTO DEFICIT PUBBLICO/PIL AL 3,7% NEL 2013
« Deficit
pubblico al 3,7% del Pil nel 2013 », ha affermato il nuovo Presidente
francese François Hollande in visita a Digione. Non è quindi riuscito a
mantenere la promessa fatta all’inizio del suo mandato, riportare cioè il
deficit pubblico della Francia al 3%, per ritornare a rispettare uno dei 3
criteri principali del Trattato di Maastrich.
Negli ultimi
anni, il deficit francese ha fatto progressi, passando dal 5% nel 2011 al 4,5%
a fine 2012.
Il Presidente
Hollande, in questi ultimi mesi di nuovo sotto i riflettori per il discorso
fatto davanti ai deputati del Parlamento Europeo il 5 febbraio scorso, si dice
positivo per il futuro del suo Paese e dell’Europa. « L’importante è non indebolire la crescita e far fronte
alla crescente disoccupazione e continuare ad agire in quest’ottica», ha
affermato.
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